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Brad Pitt sulla locandina del film World War Z, diretto da Marc Forster nel 2013

(segue dalla prima parte)

C’è un dato che fa riflettere, nelle scorse settimane è stato riportato in qualche articolo, e mi è capitato di parlarne con degli amici. Per essere sicuro di fornire dei numeri corretti, sono andato a cercarmi una fonte ufficiale.
Dunque, negli ultimi due mesi, per mano di terroristi islamici o presunti tali, fra Europa, Africa e Medio Oriente hanno perso la vita circa 400 persone.
Che è un numero terribile, già una sola vita spezzata lo sarebbe, per una cosa che non dovrebbe esistere. E senza considerare il numero dei feriti, che non mi è noto.
Ebbene, nel 2014, cioè nel più recente anno che è possibile prendere in considerazione nella propria interezza, in Italia 3.381 persone sono decedute a causa di incidenti stradali (fonte: archivio Istat) e oltre 251.000 sono rimaste ferite. Non so se è chiaro questo numero: un quarto di milione di persone, ferite in (o a causa di) incidenti stradali, solo in Italia, appena l’anno scorso. Oltre otto volte l’intera popolazione della città in cui abito.

Nello stesso periodo, in tutta l’Unione Europea, i decessi per la medesima causa sono stati circa 26.000, pressapoco pari al 2013.
Altro che Isis, con questi numeri dovremmo aver paura di come (noi e gli altri) sappiamo guidare! Eppure, non mi pare che qualcuno si sia posto il timore di salire in auto e mettersi al volante, o di farsi portare da qualche parte su quattro ruote. Gesti che compiamo tutti i giorni, per pochi chilometri come per lunghi viaggi, senza che nemmeno ci sfiori l’idea che potrebbe essere l’ultima cosa che facciamo.

Per questo ho voluto aprire con il celebre motto di The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy, opera che nei miei scritti sta diventando ricorrente, perché fosse chiaro fin dall’inizio che il mio voleva essere un intervento ironico.
E sapete quale trovo sia un altro dato inquietante? Che la petizione di cui sopra, indirizzata nientemeno che al Papa e al Presidente del Consiglio, ad oggi risulta firmata da 590 persone. E questa, sì, è una cosa che credo debba mettere paura 🙂

Quanto al Giubileo, esistono parecchi motivi per chiederne non solo il rinvio ma l’annullamento tout court, sia in termini di utilità (cui prodest?) che di costi per la collettività e di impatto sui trasporti e sulla vita quotidiana di una grande città come Roma; che già solo le immagini di via dei Fori Imperiali con i sanpietrini coperti di asfalto, fatte circolare in questi giorni sui social network, fra gli altri, da Alessandro Gassmann, mettono una tristezza infinita.
(In verità, come si legge qui, pare fosse una cosa da tempo preventivata e non c’entri nulla con il Giubileo, anche se la coincidenza desta ovvi sospetti). Ma fra questi motivi, il rischio di elevare la probabilità di attentati, di matrice islamica o di altra natura, non è più alto che in qualsiasi normale occasione o evento pubblico.

E indovinate un po’ dove sarò io proprio questo fine settimana? 🙂

RomaGenoa

Sono più di due anni che non metto piede sul sacro suolo, non sarà qualche assurda paura di attentati a farmi desistere dal godermi un’occasione che ho programmato ormai da un paio di mesi.
Io non ho paura, perché non ce n’è alcun reale motivo.
Non c’è alcun motivo perché la nostra esistenza quotidiana non possa continuare come ha fatto finora, magari senza troppa consapevolezza dei reali rischi che corriamo ogni giorno per il semplice fatto di salire o scendere le scale di casa (e meno male, perché se ci pensassimo tutto il tempo impazziremmo), ma anche senza troppi patemi latenti.

Personalmente, ho vissuto paure molto più tangibili, assai più quotidiane, per svariati periodi della mia vita, e perciò credetemi, non ci tengo a lasciarmi condizionare da simili derive di isteria collettiva. Non perché sia o mi senta troppo spavaldo, ma perché la minaccia costituita dall’Isis, qui da noi, statisticamente è di gran lunga meno rilevante del rischio di schiantarsi in auto contro un palo (e io mi muoverò in treno, per cui almeno sotto quel profilo sto più sicuro).
Se poi, fra qualche giorno, quando sarò allo stadio a tifare Roma, mi capiterà di incontrare il mio destino nei panni di un fanatico sfigato come quello di cui si è parlato prima, armato fino ai denti e carico di esplosivi, che posso dire: non ho mai preteso di vivere per sempre. E se proprio deve succedere, almeno succederà in luoghi e in un contesto che amo.

17/08/2014

Il movimento è vita.

Brad Pitt in World War Z