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Immagine dal film Seta (2007), tratto dal romanzo omonimo.

10/09/2007

Negli ambienti cosiddetti culturali Baricco viene ormai trattato come Berlusconi: nessuno lo prende sul serio.
E’ sufficiente nominarlo perché l’interlocutore atteggi il volto a un sorriso, aspettandosi la battuta salace o preparandosi a farla. Da quando poi ha prestato il fianco ai critici, lamentandosi pubblicamente del loro trattamento, deriderlo e sottovalutarlo è diventato un gioco di società. Siano I barbari o l’imminente rivisitazione del Flauto Magico, ogni sua levata d’ingegno più o meno riuscita si trascina dietro accuse di banalità e furbizia, che viceversa vengono risparmiate a una pletora di scrittori illeggibili: contemplatori estenuanti del proprio ombelico, ma interni alla casta intellettuale, cui li accomuna lo snobismo elitario e il disprezzo per il pubblico.

Non si capisce perché un Tiziano Scarpa o un Aldo Nove, tanto per fare due nomi che non conosce quasi nessuno, vengano considerati letteratura e Baricco intrattenimento per commesse. O forse si capisce benissimo. Baricco ha osato scrivere libri che possano indurre a leggere persino chi abitualmente non lo fa. In qualunque altro paese verrebbe ringraziato per questo. Non in Italia.
A differenza di quella anglosassone, da secoli la nostra cultura non si rivolge all’opinione pubblica, ma a se stessa. Si considera un codice cifrato da non condividere con la plebaglia piccolo borghese. E ogni qual volta salta fuori un divulgatore che prova a farlo, gli salta addosso con le armi del disprezzo e dell’irrisione. Successe già a Montanelli, i cui libri di storia ebbero il torto di rammentare a milioni di italiani che Garibaldi e Giulio Cesare non erano coetanei. Ora tocca a Baricco, che sarà più bravo a leggere che a scrivere, ma che comunque si fa leggere, quando scrive.

Massimo Gramellini, Non sparate su Baricco

Questo #fioregiallo ve lo lascio così, senza ulteriori commenti.
Perché fa parte di un trittico di post, legati fra loro da un unico filo di seta. Iniziato qui, parlando di raffinata semplicità. E concluso qui.
Un filo che mi auguro vogliate riprendere da capo e seguire fino in fondo. Anche solo per curiosità 🙂